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venerdì 9 ottobre 2009

44 secondi di spot, 44 secondi che hanno vinto 8 premi a Cannes, 44 secondi che riescono a trasemttere il più banale ma più importante gesto da compiere per salvaguardare la propria vita quando si viaggia in auto

giovedì 1 ottobre 2009

MGF - campagna italiana contro le mutilazioni genitali femminili

Ecco il video della campagna italiana contro le mutilazioni genitali femminili (MGF)



ecco qua invece alcuni dati e informazioni sempre relative alle MGF (fonti www.tiscali.it)

Mutilazioni genitali: in Italia più di mille bambine l'hanno già subita e 4.600 sono a rischio
La piaga delle mutilazioni genitali femminili non si ferma, neanche nel nostro Paese. Sono più di mille le bambine e le adolescenti immigrate da Paesi africani che hanno già subito, o potrebbero subire in italia, menomazioni dell’apparato genitale. E sono circa 35 mila le donne immigrate che sono state vittime di questa pratica prima di venire in Italia o una volta giunte qui.
La ricerca - La denuncia è contenuta in una ricerca del luglio 2009 commissionata dal ministero per le Pari Opportunità e presentata alla tavola rotonda dell'Associazione radicale “Non c'é pace senza giustizia”, dedicata proprio al tema delle mutilazioni genitali femminili e coordinata da Emma Bonino.
I dati - Sono 110 mila, in Italia, le donne provenienti dai 26 Paesi africani in cui l'infibulazione è "una pratica culturale e tribale diffusa". Di esse, 35 mila sono già mutilate. Le loro figlie, circa 4.600 ragazzine che hanno meno di 17 anni, sono il “serbatoio” dal quale provengono le oltre 1000 sfortunate che porteranno per tutta la vita i segni delle mutilazioni e conseguenze sanitarie gravissime.
Come agire - Un problema da affrontare, in Italia e nel mondo, a vari livelli e con il coinvolgimento di tutti: parlamento, enti locali, società civile. E che deve fare i conti con le resistenze legate alla tradizione e con altro: "E' una contraddizione - ha affermato il direttore dell'Istituto nazionale Migrazione e povertà, Aldo Morrone,- cercare di lottare contro le mutilazioni e rendere difficoltoso, per gli immigrati non in regola, l'accesso al servizio sanitario nazionale".
Bonino: serve una risoluzione dell’Onu - Una risoluzione, entro l'anno, dell'Assemblea generale dell'Onu sulla messa al bando delle mutilazioni genitali femminili: è l'obiettivo, indicato dal vice presidente del Senato Emma Bonino. Una risoluzione che, ha osservato Bonino non è "ovviamente vincolante, ma è parte di un processo", che vede anche l'impegno in prima persona del ministro degli Esteri Franco Frattini. Lo scorso 25 settembre, a margine dell'Assemblea generale a New York, - ha ricordato Bonino - Frattini ha organizzato una riunione ministeriale co-presieduta assieme ai direttori generali dell'Unfpa e dell'Unicef e alla quale hanno preso parte anche 15 Paesi africani, per avviare il lavoro sulla risoluzione.
Gli interventi per rimediare - Un fronte sul quale la disponibilità della cooperazione italiana è massima. "C'è un problema sanitario immediato - ha osservato il direttore generale della cooperazione Elisabetta Belloni - ma anche le conseguenze sono drammatiche. E' un dovere morale far sì che quelle donne che hanno subito le violazioni possano riconquistare uno standard di vita più accettabile". "Sono moltissimi", ha raccontato Lucrezia Catania, ginecologa all'Ospedale Careggi di Firenze, gli interventi di "deinfibulazione", che spesso hanno successo, a cui si sottopongono ragazze e donne”.
All’Africa il triste primato - Secondo i dati dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) tra i 100 e i 140 milioni di bambine, ragazze e donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali. Ed è l'Africa a detenere il triste primato: nel continente sono 91,5 milioni le donne vittime di mutilazioni genitali e, ogni anno, se ne aggiungono altri 3 milioni.
L'80% delle donne mutilate vivono in 4 regioni, prima la Lombardia - L'80% delle donne e delle bambine che in Italia hanno subito le mutilazioni genitali - circa 110mila - è concentrato in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Lo rileva lo studio commissionato dal ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, all'istituto Piepoli e concluso quest'estate. In particolare, in Lombardia si concentra il 35% delle donne mutilate (38.970), in Veneto il 14% (15.340), in Emilia Romagna il 13% (14.150), nel Lazio il 10% (11.312). A seguire, si registrano l'8% del Piemonte e il 5% della Toscana. Il 4,2% di tutte queste donne è rappresentato da bambine e adolescenti con meno di 17 anni che subiscono la mutilazione nel nostro Paese o nei periodi di soggiorno nel Paese d'origine. Lo studio ha stimato che entro il 2050 saranno 30-40 mila le under 17 mutilate sessualmente. A quella data, si ipotizza che nel nostro Paese la pratica sarà estinta.
01 ottobre 2009