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domenica 19 dicembre 2010

“Governo vs Studenti”

“Governo vs Studenti”

Una dura lotta iniziata nell’ultimo periodo che ha raggiunto il suo apice il 14 Dicembre

14 Dicembre, Roma, anche chi non ne voleva sapere nulla è stato informato di quanto è accaduto; la notizia della guerriglia è volata su tutti i social network, su tutti i giornali online continui aggiornamenti , tutti i telegiornali con servizi molto dettagliati riguardo l’accaduto e in pochissimo tempo anche gli eremiti ne erano a conoscenza. Nei giorni successivi continui dibattiti per stabilire se ciò che è accaduto è corretto o sbagliato , se gli studenti o i black bloc hanno fatto bene ad assaltare banche, auto e forze dell’ordine.

Mi vien da ridere a pensare che il giorno prima in piazza a Montecitorio sono scesi proprio loro, i poliziotti, contro questo governo che dal 2008 ha diminuito i finanziamenti e mancano le risorse per pagare la benzina ai mezzi di servizio, mentre le loro costosissime auto blu vengono utilizzate per “accompagnare accompagnatrici”.

Movimenti studenteschi contro questo governo, precari contro questo governo, lavoratori contro questo governo che vanno a scontrarsi con altri che sono contro questo governo, non è assurdo?

Il 14 dicembre i celerini hanno avuto il dovere di caricare gli studenti o i black bloc perché gli è stato dato un ordine, non per una scelta individuale dei singoli agenti e lo scontro è diventato non più tra governo e manifestanti, ma tra forze dell’ordine e manifestanti, dandola vinta ancora a questo governo!

La maggioranza dopo aver ottenuto la fiducia si è leccata i baffi al solo pensiero che si stava scatenando una guerriglia in piazza, hanno potuto gridare a gran voce che gli studenti sono solo dei facinorosi buoni a nulla che scendono in strada per distruggere tutto, quindi direi “Governo 1 – Studenti 0”.

Penso che l’utilizzo della violenza per esprimere un proprio pensiero o un proprio ideale sia qualcosa di sbagliato perché antidemocratico, essere aggressivi nei confronti di altre persone o di altre cose vuol dire che la tua idea è superiore di quella di altri, che il tuo fine è più importante di quello di altri e che quindi giustifica qualsiasi mezzo!

Mi viene spontaneo anche il pensiero che da ora in avanti tutti quei movimenti studenteschi, tutti i collettivi, tutte le proteste pacifiche passeranno in secondo piano perché si parlerà esclusivamente degli studenti che distruggono le banche, che lanciano sanpietrini e che attaccano con caschi e spranghe le forze dell’ordine, quindi “Governo 2 – Studenti 0”

Per fortuna qualche riscontro positivo, come ha detto lo studente ad Annozero, c’è stato! La presenza alle assemblee nelle università occupate è triplicata, molte persone hanno cercato di informarsi per capire il perché della lotta e ancora per un po’ si andrà avanti a parlare di come la gente è delusa da questo governo.

In conclusione posso affermare “Governo 2 – Studenti 1” e voglio citare Roberto Saviano “Se tutto si riduce alla solita guerra in strada, questo governo ha vinto ancora una volta

Francesco Chiesa


sabato 18 dicembre 2010

Lettera ai ragazzi del movimento [di Roberto Saviano]

CHI HA LANCIATO un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee.

Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, le sciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercando in ogni modo di mostrare un'altra Italia.

I passamontagna, i sampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono le solite, vecchie reazioni insopportabili che nulla hanno a che fare con la molteplicità dei movimenti che sfilavano a Roma e in tutta Italia martedì. Poliziotti che si accaniscono in manipolo, sfogando su chi è inciampato rabbia, frustrazione e paura: è una scena che non deve più accadere. Poliziotti isolati sbattuti a terra e pestati da manipoli di violenti: è una scena che non deve più accadere. Se tutto si riduce alla solita guerra in strada, questo governo ha vinto ancora una volta. Ridurre tutto a scontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazioni e così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro vengano raccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre e lacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che poche centinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia di persone. Pregiudicandolo, rovinandolo.

Scrivo questa lettera ai ragazzi, molti sono miei coetanei, che stanno occupando le università, che stanno manifestando nelle strade d'Italia. Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita, pacifici, democratici, pieni di vita. Mi si dirà: e la rabbia dove la metti? La rabbia di tutti i giorni dei precari, la rabbia di chi non arriva a fine mese e aspetta da vent'anni che qualcosa nella propria vita cambi, la rabbia di chi non vede un futuro. Beh quella rabbia, quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tiene desto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie, scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tirati indietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con una sassaiola la loro rabbia, disperdono questa carica. La riducono a un calcio, al gioco per alcuni divertente di poter distruggere la città coperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolando quando vengono fermati, implorando di chiamare a casa la madre e chiedendo subito scusa.

Così inizia la nuova strategia della tensione, che è sempre la stessa: com'è possibile non riconoscerla? Com'è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il "blocco nero" o come diavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere del movimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il Subcomandante Marcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavano di smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelli quello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cui scintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto più pericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualche secondo.

Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gli adolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazza e vi torneranno pesti di sangue e violenti. Ma agli imbecilli col casco e le mazze tutto questo non importa. Finito il videogame a casa, continuano a giocarci per strada. Ma non è affatto difficile bruciare una camionetta che poliziotti, carabinieri e finanzieri lasciano come esca su cui far sfogare chi si mostra duro e violento in strada, e delatore debole in caserma dove dopo dieci minuti svela i nomi di tutti i suoi compari. Gli infiltrati ci sono sempre, da quando il primo operaio ha deciso di sfilare. E da sempre possono avere gioco solo se hanno seguito. E' su questo che vorrei dare l'allarme. Non deve mai più accadere.

Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontà di mostrare che chi sfila è violento. Ci sarà la precisa strategia di evitare che ci si possa riunire ed esprimere liberamente delle opinioni. E tutto sarà peggiore per un po', per poi tornare a com'era, a come è sempre stato. L'idea di un'Italia diversa, invece, ci appartiene e ci unisce. C'era allegria nei ragazzi che avevano avuto l'idea dei Book Block, i libri come difesa, che vogliono dire crescita, presa di coscienza. Vogliono dire che le parole sono lì a difenderci, che tutto parte dai libri, dalla scuola, dall'istruzione. I ragazzi delle università, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vedere con i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat sia affrontare il capitalismo. Anche dalle istituzioni di polizia in piazza bisogna pretendere che non accadano mai più tragedie come a Genova. Ogni spezzone di corteo caricato senza motivazione genera simpatia verso chi con casco e mazze è lì per sfondare vetrine. Bisogna fare in modo che in piazza ci siamo uomini fidati che abbiano autorità sui gruppetti di poliziotti, che spesso in queste situazioni fanno le loro battaglie personali, sfogano frustrazioni e rabbia repressa. Cercare in tutti i modi di non innescare il gioco terribile e per troppi divertente della guerriglia urbana, delle due fazioni contrapposte, del ne resterà in piedi uno solo.

Noi, e mi ci metto anche io fosse solo per età e per - Dio solo sa la voglia di poter tornare a manifestare un giorno contro tutto quello che sta accadendo - abbiamo i nostri corpi, le nostre parole, i colori, le bandiere. Nuove: non i vecchi slogan, non i soliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchie canzoni, vecchie direttive che ancora chiamano "parole d'ordine". Questa era la storia sconfitta degli autonomi, una storia passata per fortuna. Non bisogna più cadere in trappola. Bisognerà organizzarsi, allontanare i violenti. Bisognerebbe smettere di indossare caschi. La testa serve per pensare, non per fare l'ariete. I book block mi sembrano una risposta meravigliosa a chi in tuta nera si dice anarchico senza sapere cos'è l'anarchismo neanche lontanamente. Non copritevi, lasciatelo fare agli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Si nasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in grado di vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto allo studio, alla ricerca, al lavoro. Ma chi manifesta non si vergogna e non si nasconde, anzi fa l'esatto contrario. E se le camionette bloccano la strada prima del Parlamento? Ci si ferma lì, perché le parole stanno arrivando in tutto il mondo, perché si manifesta per mostrare al Paese, a chi magari è a casa, ai balconi, dietro le persiane che ci sono diritti da difendere, che c'è chi li difende anche per loro, che c'è chi garantisce che tutto si svolgerà in maniera civile, pacifica e democratica perché è questa l'Italia che si vuole costruire, perché è per questo che si sta manifestando. Non certo lanciare un uovo sulla porta del Parlamento muta le cose.
Tutto questo è molto più che bruciare una camionetta. Accende luci, luci su tutte le ombre di questo paese. Questa è l'unica battaglia che non possiamo perdere.

(16 dicembre 2010)

www.repubblica.it/scuola/2010/12/16/news/lettera_saviano-10251124/

giovedì 16 dicembre 2010

Come immagine del profilo mettete la maschera di V, rivendichiamo la democrazia in Italia!

PROTESTA SU FACEBOOK!

Mettiamo la maschera di V per la Vendetta per dimostrare che noi non ci fidiamo!

Per rivendicare la democrazia morta ieri, 14 dicembre 2010, per riprenderci il futuro.

Mi fido di voi.

Una volta che avete aggiunto la maschera al vostro profilo cliccate su mi piace nella nota e condividete con tutti i vostri amici questa protesta!

Grazie

"I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli... "

Ecco a voi la maschera