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lunedì 15 giugno 2009

Immigrati

Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.

Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano
quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di
scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.

Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco
attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade
periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo
selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di
espedienti o, addirittura, attività criminali.


Testo tratto da una relazione del 1912 dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano.

La cosa strana? Si parla di immigrati italiani.

Penso che questo testo possa fare pensare sulla situazione italiana

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